Cinzia Marulli – Autobiografia del silenzio

Scarpette rosse

La domenica col vestito buono, le scarpette lucide di rosso Guernica e i calzettoni bianchi traforati, i capelli lunghi lunghi con cerchietto di raso a scoprire il viso e gli occhi a guardarsi intorno con la gioia dei dieci anni. Anche l’asfalto grigio della strada era bello con la manina in quella grande di papà vicino al profumo delle pasterelle e lo zucchero a velo a coprire di sogni la minestra tiepida di tutti i giorni.

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Sono il mostro che ti prenderà
non puoi scappare bambina
non ci sono ripari nel bosco scuro

piangi le lacrime dell’innocenza
quella che non avrai più

dammi la tua oscena verginità.

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Con la penna in mano
scavare tra le costole

un violino urla
lo sconcerto del vuoto

il dolore è una cosa solida
quando afferra
sono le mani a lasciare la presa.

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Quello che è stato è stato
il male è indietro

la vita ha vinto sulla vita
dall’interno la luce
ha dipinto di sole
la cicatrice

nessuno ha potuto offuscare
l’amore
quell’amore che cresce
nel mio grembo
e che ha il volto meraviglioso
del bene.

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Nota di lettura a cura di Antonio Corona – Tratti da “Autobiografia del silenzio” – l’orco e la bambina – (La Vita Felice, 2021) questi testi rappresentano altrettanti momenti emblematici della silloge di Cinzia Marulli che affronta, con determinazione e delicatezza poetica, il tema della pedofilia. In “scarpette rosse” ci viene “dipinto” (più che raccontato) il ricordo di un’infanzia felice e spensierata, la domenica celebrativa: con i vestiti eleganti, il profumo magico dei dolci e l’amore incondizionato di un padre protettivo. In uno stile volutamente prosaico la Marulli ci introduce per gradi nella parte poetica che per assurdo è, invece, quella più cruda e spietata. La violenza e il dolore irrompono tra i versi con sconcertante delicatezza perché essi ci arrivino puri e concreti, come vissuti da noi stessi. Certo non è possibile, per i lettori, immedesimarsi completamente nei tragici momenti vissuti dall’autrice. Con grande atto di coraggio lei decide di condividerli in età adulta e, grazie alla sua abilità poetica, riesce a farceli immaginare e a farci commuovere come se fossimo piccoli protagonisti. La poesia diventa denuncia sociale e la Marulli celebra una sorta di rito catartico nel raccontarsi e nell’aprire la porta del silenzio. Silenzio che nasce da un erroneo, quanto fisiologico comportamento umano, della vergogna e del senso di auto-colpevolezza che attanaglia le persone violate di qualunque sesso, età o etnia. Il messaggio più forte che ci viene regalato (e insegnato) è quello del perdono. Attraverso un duro percorso l’autrice guarda oggi con occhi diversi al passato e il suo sguardo, oltre ai suoi meravigliosi versi, comunicano poesia. Quella che leggiamo, quella che ha la forza e il potere di alleviare i tormenti di chi scrive e di aiutare chi ancora timidamente patisce. E noi, avremmo ugualmente la stessa forza di perdonare?

Cinzia Marulli, nasce e vive tuttora a Roma dove lavora. Ha studiato sino-indologia all’Università La Sapienza. Ha fondato e cura il blog letterario “ParolaPoesia” e la collezione di quaderni di poesia “Le gemme” per le edizioni Progetto Cultura. Ha curato molti libri di poesie e ultimamente si occupa della sezione poesia ispano-americana per la collana “Labirinti” della casa editrice La Vita Felice insieme con il poeta cileno Mario Melendez. È inoltre collaboratrice della rivista letteraria Altazor della Fondazione Vicente Huidobro che ha sede a Santiago del Cile. Ha portato avanti per alcuni anni un laboratorio di poesia in una casa di riposo per anziani e ha organizzato e diretto molti eventi-rassegne letterarie a Roma. La sua poesia è stata tradotta in molte lingue e pubblicata all’estero su antologie e riviste di settore. Ha pubblicato i libri di poesie: Agave (LietoColle 2011); Las mantas de Dios (Progetto Cultura 2013) in edizione bilingue italiano–spagnolo; Percorsi (La Vita Felice 2016) con prefazione di Jean Portante; La casa delle fate (La Vita Felice 2017) con postfazione di Marco Antonio Campos. Ultimo lavoro pubblicato è “Autobiografia del silenzio” l’orco e la bambina (La Vita Felice, 2022).