Mesto pensiero
Signore del cielo,
un mesto pensiero affiora alla mente;
mentre ella, esitante, divaga confusa
nell’arduo cammino e lenta prosegue
per strade deserte, schivando silenzi,
respiri ansimanti, paure ingombranti,
azioni incoerenti.
Nel tempo “virale”, fragile appare
l’umana certezza che forte del nulla
s’illuse e poi pianse
costretta all’esilio contando i minuti,
le ore ed i mesi fra quattro pareti
mangiate da buio cocente ed oscuro.
O, Redentore, riflesso d’amore,
apporta sollievo all’uomo provato
da triste realtà;
dona saggezza, costanza e lealtà;
humus prezioso attinto dal Volto
che Santo rinfranca
chi vive di stenti, di stille e distanza.
Tramuta il tormento in gioia e splendore;
l’insano egoismo in sensato altruismo;
un bieco dispetto in gesto d’affetto;
l’invidia infelice in voglia di agire.
Scaccia il nemico che morte e afflizione
condusse con sé!
Fa’ che il viandante ritrovi virtù.
Lo deve anche a chi, oramai, non c’è più.
Giovanni Battista Quinto è poeta, autore. Profondamente sensibile, timido e legato al buon Dio da tenera età, (precisamente dai nove anni, dopo un intervento urgente per peritonite acuta da appendicite), scrive esclusivamente per passione innata. Laureato in Scienze della Formazione e dell’Educazione, è un educatore socio/pedagogico.