STIAMO VIAGGIANDO
Stiamo viaggiando verso quel mondo
azzurro e inqueto nello stesso tempo;
stiamo viaggiando verso un filo tagliente
e si sentono le crepe delle nostre case nuove.
Imbarazzata osservo una bambina
con la veste di una mummia
che sorride davanti alle telecamere.
Dietro a lei gli scheletri interi dei bambini
sotto la cenere e le bombe
che, pregando,
allungano le mani verso il cielo.
Stiamo viaggiando sotto le stelle
inquinate dai robot umani
che comprano grattacieli
con fiori che fioriranno solo un attimo
e poi moriranno nel loro crudele destino
buttandosi nel vuoto.
Stiamo morendo nell’ unico abisso
del non comprendere l’altro
carezzando il vento
che furioso invecchia il futuro,
perché le preghiere e le lacrime non bastano più …
Per perdonare il nostro rancore,
per il tempo sprecato
in mezzo ai gioielli e ai peccati compiuti
che forse luccicano anche quando siamo cadaveri
nei forni pieni di fiamme.
Stiamo viaggiando
per dimostrare la nostra pochezza
e profumando il nostro ego,
e dimentichiamo che cosa è l’amore
e le parole dolci che come i fiumi piangono
e vomitano i veleni…
La bambina con la veste della mummia vecchia
ride con i bambini scheletrici
che, sempre più tristi,
con le mani e le labbra cercano succhiare il latte
del seno rubato
e sottoterrato dagli orchi ovunque è possibile.
Gli animali disegnati nella borsa fatta con la loro pelle
Urlano,
tentano di scappare nel bosco,
mentre la natura si ribella contro i mostri invisibili.
La bambina con la veste della mummia ride
e ride sempre mettendosi in posa
davanti agli uomini che misurano il suo futuro.
I bambini scheletrici svaniscono,
ma le mani rimangono fuori dalla sabbia dolente.
Stiamo viaggiando con i mostri
con le giacche stirate alla perfezione:
orchi, banditi che leccano le cosce dei bambini
dietro la plastica del cellulare,
prostittute moderne con le labbra di plastica,
con le rughe tirate e le smorfie nei visi spenti
e gli sguardi perduti…
Hanno perso i clienti
per colpa delle maschere e dei guanti.
Urla la terra e richiama l’ignoto
che sbrana le nuvole ferme nel cielo limpido
e quella bambina innocente cade nel vuoto
strappando tutto,
mentre vola nello spazio senza costole.
I suoi occhi verdi non vedono più la vita
e il respiro giace nell’attesa del giudizio.
Solo stringe la borsa di pelle
e intanto il vestito si stacca lasciandola nuda nel buio.
I bambini scheletrici non piangono più,
non si lamentano per il latte mancato,
sono felici immersi nel letto della morte,
lì hanno trovato il paradiso…
Stiamo viaggiando con la pancia sbranata
e gli occhi abbandonati alle tenebre…
Adesso mi accuserete che scrivo perché sono infelice,
e perché piango per una bambina mentre invecchia
mai senza giocare con le bambole.
Appena nascerà il sole
Dove saranno quei bambini
sbranati dalla malvagità del paradiso
che non esiste?
E dove i secoli nostri
affamati e perduti nel sospiro delle sfilate
che mordono i capezzoli…
lasciando una scia indistinta di bava e di dolore?
Anila Dahriu è nata nel 1970 a Valona, Albania. Appena diplomata all’Istituto Industriale si è iscritta alla Facoltà di Lettere che abbandona a causa della guerra civile.
Sposa un italiano e dal 1997 al 2009 vive a Prato. Poi decide di trasferirsi in Calabria nel 2010. Ha pubblicato, in lingua albanese, La porta di se stessa, Lascia che io venga con te, Non ferire il mio sentimento, Brivido di fata, Verso l’ignoto”. In italiano” Fra le costole del peccato”, 2013, con testo albanese a fronte.
E’ stata segnalata al “Premio Farina” a Roseto Spulico (Calabria) (giugno 2014). Ha vinto il “Premio Terre Lontane “Spezzano Albanese, Calabria (dicembre 2014), il premio “Don Luigi Di Liegro” a Roma. (2015)
Nel 2016 pubblica con la casa editrice” LEPISMA” sede a Roma il libro con le poesie Siamo soliti pensare. E nel 2017 ripubblica Fra le costole del peccato edito da Consenso Publishing, 2017 Rossano –Corigliano.
L’associazione internazionale degli scrittori Bondani, con sede a Bruxelles e Pristina, ha deciso di assegnare il premio internazionale DARDANICA alla signora Anila Dahriu, Albania / Italia, Macedonia settentrionale. Questo è un premio onorario e viene dato con la motivazione per l’autore originale e la scrittura autentica. Questo premio, IWA Bondani dà ogni anno il 27 novembre”.
Lavora e vive a Mirto Crosia Calabria, scrivendo e tradurre vari poeti e scrittori italiani e albanesi conosciuti che in Italia e nel mondo. Collabora con diversi giornali del posto “La voce” di Corigliano-Rossano (Calabria), Roma, e il giornale “Mapo” con sede a Tirana in Albania.