Le Ragunanze raccontate dalla poetessa Michela Zanarella, tre domande a cura di Vincenzo Cinanni.

 

Siete giunti alla Seconda Ragunanza di poesia. Qual è il senso poetico e sociale di questo nuovo evento romano?

Questa seconda edizione vuole essere un proseguimento di un percorso iniziato nel 2013, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso il grande problema ambientale e geologico che appartiene ad ognuno di noi, perchè viviamo e ci nutriamo in questo ambiente naturale che è proprio del nostro pianeta.Già Christina di Svezia cercava di proteggere la natura ambientando i suoi eventi nei boschi e nelle campagne romane, usando termini, definizioni, vocaboli appartenenti al mondo agreste dell’antica Grecia, così come i raduni ovvero ”le ragunanze” delle greggi gestite dai pastori.

Aver collegato ”Le Ragunanze” ad una prossima raccolta, a 40 anni di distanza dalla scomparsa del poeta Pier Paolo Pasolini, comporta per il team organizzativo maggiori oneri?

Sicuramente sono due appuntamenti importanti che richiedono impegno e dedizione massima, ma per l’associazione sono motivo di orgoglio. L’iniziativa in memoria di Pasolini è in collaborazione con la rivista Euterpe e sarò affiancata da un valido autore come Lorenzo Spurio.

 Poetessa Michela, un ultimo quesito. Cosa ti è rimasto della Prima Ragunanza poetica?

Se torno al 2013 e ripenso all’idea di istituire la Prima Ragunanza avverto gli incontri con le istituzioni come l’Ambasciata di Svezia, il Consiglio regionale del Lazio, Roma Capitale XVI Municipio, ora rinominato come XII, non posso dimenticare l’interesse suscitato anche nei media per la fortunata e prestigiosa iniziativa. La partecipazione di personaggi illustri del mondo della cultura e di tanti poeti da ogni parte d’Italia è stato stimolo per proseguire con questa edizione 2015, non dimenticando comunque la Prima ragunanza di narrativa breve che si è conclusa a maggio 2015 a Villa Pamphilj.