Quelli che temono

 

I mostri sono nuvole nel cielo
che la mente domina e forma
con occhi diafani e saettanti
in scia col vento a far da stelo.

Dal cupo annegar nel mar defunto
sorgono gli echi da fauci dischiuse.
Sotto vile impulso di terrore
dal cervello sgorga il primo punto.

Scagliato sulle nubi come vivo argento
lo sguardo di pietra nell’oscurità.
La ferita risplende e abbaglia
le spoglie d’un placido firmamento.

La mano brinda al suo successo,
ma confusa è la sorte umana.
Mostri infettano la sana psiche:
lenta se ne avvede, muto il volto fisso.

Nota di lettura

di Felicia Buonomo

 

Lorenzo Rotella usa le parole, e la semantica che ne è sottesa, come se si muovesse in un fuori-tempo. O meglio, in un fuori dal suo tempo. Sembra collocarsi nella posizione dell’anti-contemporaneo, ma non cede mai – per nostra fortuna – allo sfoggio di erudizione. Non è virtuosismo sterile, la sua voce poetica; al contrario, feconda il lettore di immagini e riflessioni. Parla, con i suoi versi, a un destinatario collettivo, il titolo scelto per questo suo componimento inedito ce lo dice senza margini di interpretazione. Ma, al contempo, si muove nelle regioni profonde dell’io, fatte di “mostri che infettano la sana psiche”, “ferite che abbagliano” e “sguardi di pietra”. La voce di Rotella è una promessa di miglioramento, fatta al lettore certo e, gli si augura, a se stesso.

 

Lorenzo Rotella è nato il 22 agosto 1990 e vive a Parabiago (MI). È  laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Milano. Ha lavorato come assistente bibliotecario. È militante presso la Carovana Antimafia dell’Ovest Milano. È giornalista per Libera Stampa L’Altomilanese, The Vision, Alanews (agenzia d’informazione) per SkyTg24.