Marina di Altidona

Una fila di onde sfila

verso la riva di ghiaia,

una dopo l’altra

cadono come birilli che

in discesa

si trascinano ciottoli

che rotolano giù.

– Sospesi – sospinti dal mare

volano verso di me:

li vedo, non li vedo

(io li cerco).

Una capriola d’acqua li nasconde

solo per qualche istante

ma io ho fede

nel loro eterno ritorno.

Il sole si sparpaglia sul mare.

Sono infinitamente piccola.

Chiudo gli occhi

fino a farli scivolare in acqua

rotolo giù

il moto ondoso inizia a cullarmi.

Fluttuante, sospinta dalla corrente,

volo verso la riva

il cielo sopra di me

lo vedo, non lo vedo.

Una nuvola di schiuma mi circonda

mi nasconde solo per qualche istante

ma io ora respiro

– pesce volante –

dentro questo girotondo

e irriducibile sono

l’eterno ritorno.

Terra, Luna, Cielo

Di notte io posso intuirti, Vita

nel tuo significato segreto

che non conosce missiva.

Accostarmi a te come il cielo

al mare – vicini senza annegare –

in un acquario dove

misteriosamente nuota la Luna:

prendere parte

a questa posa eterna, sentirti

raccolta tutta nella mia mano

e saperti altrettanto vera

in quella galassia lontano.

Frana il cielo

e tra le mie ciglia s’impiglia una stella

cadente – ma, tanto abito la tua materia

che non brucia. Precipita

l’idea che esista un filo conduttore

che ci separi o ci unisca: il buio

è solo una foce della Luce, – rivela

che qualunque uscio

su cui ci affacciamo per cercarti

sei già tu.

Aion

La danza del mercurio

nei termometri come ascensori;

la varianza della nomenclatura

nei saperi;

nelle luci crepuscolari l’alternanza

delle sfumature

torride, poi tiepide, poi gelide

preannunciano che il tempo passa

ma io resto effimera e bianca

come la patina salsa

che abita sulle barene in Laguna. 

Devo ancora imparare a sentire la Luna

sfiorarmi piano

solo per richiamo d’ossatura,

girarle intorno

come un cane studia l’osso

prima di addentarlo, e il bersaglio

il pugile prima di colpirlo.

Potrei provare ad affidarmi

alla ciclicità delle migrazioni,

alle operazioni matematiche

che tornano sempre:

potrei avere fede – e – procedere. 

Invece da lontano si scorge

una finestra rimanere sempre accesa:

una figura – immobile – guardare il Buio. 

Sopita, ma ostinata: sono io

intenta a corrodere strati del Nero

per scovare la falda

che salta

che non resiste.

Stato della mia materia

Ti ho sognato

caldo e vicino

un panno messo

ad asciugare sopra la stufa.

Da dietro mi hai avvolto il collo

poi non ho capito più

il significato della parola confine.

Sono evaporata

fino alla forma gassosa

tu mi hai respirato

ho occupato tutto il tuo spazio disponibile

in forma liquida ti ho baciato,

ti ho trapassato

come fa un’onda. 

Ma ora che sono sveglia

sento freddo

sono solida (ma non salda)

e comprendo di nuovo

il significato della parola confine.

L’uomo e la Terra

Fuori immobili, come la Terra vista dallo Spazio

geometrica, diritta nella sua oscillazione

superba, una giovane dea.

Dentro un flusso, il divenire

il moto costante del disordine

a volte la vecchiaia, a volte strade color amaranto

sempre la fragilità, sempre l’infelicità.

Sicuramente

dolcemente

silenziosamente

i mari corrodono la sabbia

e i pensieri rigano le fronti.

Giulia Tosti nasce in un minuscolo paese di montagna di nome Antrodoco situato lungo il dolce dorsale appenninico, luogo che per tutti i 27 anni successivi lascerà in lei la domanda -insaziabile – della bellezza pura, vera. Si trascina in diverse zone d’Italia dove studia e lavora, conseguendo due lauree nell’ambito dello sviluppo locale: la prima in Sviluppo e Cooperazione internazionale a Bologna, la seconda in Governance delle Organizzazioni Pubbliche a Venezia. Prosegue con un percorso prima formativo e ora lavorativo nel campo dell’europrogettazione, con l’obiettivo – lei dice – di poter fare ai luoghi, soprattutto a quelli dimenticati, quello che la poesia fa con le parole: fare di un insieme l’Uno identitario, l’Uno a tutte le parti riconducibile.
Il suo rapporto con la scrittura è intimo e riservato. Per lei la poesia è oscura ma allo stesso tempo tangibile, un pò come per gli scienziati lo è l’Universo.
Le sue poesie sono apparse su alcune riviste culturali cartacee (come Ellin Selae) e su diversi blog di poesia online.