Quasar

Se ci fosse un luogo dove gridare aiuto –
se l’ombra altrui non mi trapanasse il cranio –
se l’occhio di Dio non sapesse chi sono –

davvero i corridoi sarebbero interminabili,
e le case appannate così piene di luce
che i morti avrebbero un loro condominio,
andrebbero al mercato degli istanti
spargendo il loro addio a tutti i viali dell’universo,
con le mani sconciate e le sporte
impiastrate di frutta.

Ma la terra è divisa dal cielo.
Mancano da molto i questuanti, le vecchie
donne dalla voce ferma e quella porta
che spalanca su altre porte all’infinito.
Stringi le mani al tronco
del mandorlo fiorito, divora il verde
con gli occhi affabulati,
apri ogni orifizio agli ammassi globulari.

Un giorno il sole uncinerà alla cieca
il binario senza ascolto, la conca di pietre bianche,
sarà fatto il nostro nome palmo a palmo,
sorgeremo tra estuari, laghi e fiumi
a vita di carbonio o a canto delle stelle.

Lava bene le posate prima di ogni partenza.
Non guardare oltre la tua speranza, mai.

(tratta dalla raccolta “Minimo umano”, Marcos Y Marcos)

Stelvio Di Spigno è nato a Napoli nel 1975. È addottorato in Letteratura Italiana presso l’Università “l’Orientale” di Napoli. Ha scritto articoli e saggi su Leopardi, Montale e Zanzotto, insieme alla monografia Le “Memorie della mia vita” di Giacomo Leopardi (L’Orientale Editrice, Napoli 2007) e al saggio L’artificio della naturalezza. Da Leopardi a noi (Agiscom, Napoli 2015). Per la poesia, ha pubblicato la silloge Il mattino della scelta in Poesia contemporanea. Settimo quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, Milano 2001), i volumi di versi Mattinale (Caramanica, Marina di Minturno 2006, Premio Andes e Premio Calabria), Formazione del bianco, (Manni, Lecce 2007), La nudità (Pequod, Ancona 2010), Qualcosa di inabitato, con Carla Saracino (EDB, Milano 2013), Fermata del tempo (Marcos Y Marcos, Milano 2015, Premio Nazionale Calabria e Basilicata), Stampa antica (Edizioni Gattili, Milano 2018), Minimo umano (Marcos Y Marcos, Milano 2020).