Volevo dire questo, dire
ben altro che questo o soltanto
tentare un bilancio, un consuntivo:
per ogni falsa fioritura bisognerà
trovare un nome nuovo all’anima.
L’arcadia che abbiamo sognato
la ritroveremo sulla Luna, avranno
per sempre quarant’anni i poeti
delle nostre estati giovani, e noi
noi saremo bambini, qualcosa
più che fanciulli, cani e scoiattoli
e lucertole nella santità dell’argento.
Non indietreggeremo di una sillaba.
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) vive tra Roma e Milano, dove lavora per l’editore Utopia. Tra i suoi ultimi libri di narrativa ricordiamo “Rondini per formiche” (nottetempo) e “Gli occhi vuoti dei santi” (Hacca). In poesia ha pubblicato le raccolte “Estinzione dell’uomo bambino” (Perrone), “La città che ti abita” (Empirìa), “Alfabeto primitivo” (Perrone). Scrive di libri sulle pagine culturali de “il manifesto”.