MALCADUCO

 

 

Tremare è come mordere la fede

di un luogo senza nome dietro

a  muscoli, organi e ossa,

dove restare è comunque

attraversare le umide mattine,

brevi ruote del tempo.

 

 

IL PRIMO CANCELLO

 

 

Procreare carne viva rimuta il

clamore del primo cancello,

quello in cui fummo fratelli

desiderati,

madri scomparse,

padri raffermi al latte dei giorni,

d’ora in ora acido conservatore ai canali delle mani che due sono,

soltanto due,

la destra all’invisibile,

la sinistra alla carezza che ci fa bambini la sera,

quando ancora nuotavi e il vento ti respirava la schiena dalle stanche lotte.

 

LA LOGICA DEL DOLORE

 

 

Vorrei dirti:

 

Ho ritagliato me stesso,

una volta al petto

poi dritto allo specchio,

lì dove non mi vedo giovane ma

putrido vecchio,

un orecchio alla veranda,

un braccio al corpo della notte,

la sua mano a guardare il buio,

dove l’ascolto non è altro

che interminabile parola,

insostenibile attesa.

 

 

Ti dico:

 

Su una collina il funerale,

una famiglia al dirupo,

poi dritti a casa,

lì dove non si declama il verbo

ma marcia frase,

un cucchiaio a scavare gli aggettivi,

un lembo a demarcare il lutto,

la sua ombra a rintanare le discussioni,

dove domani e sempre ci sarà

un inutile vanto,

ovvero la santa pretesa di avere

una logica nel dolore,

associare termine a parola,

sputare la grammatica agli sconosciuti.

Gianluca Ceccato nasce il 6 maggio 1997 a Latisana (UD), attualmente vive a Padova. Le sue poesie sono presenti su riviste online come Altrove, Il Visionario, Inverso, Poetry Factory e Poeti Oggi. Nel 2019 è finalista del Premio Tiburtino con la poesia “Una Notte”. Nel 2021 il suo inedito “Malcaduco” è stato pubblicato da Rai Poesia. È tradotto in spagnolo e bosniaco.